1. I cinque sensi (tatto, gusto, udito, vista, olfatto) e gli impulsi neurologici
Esterocezione: la percezione degli stimoli esterni (esempi di neuro marketing).
Visivo, uditivo, cinestetico, riconoscere rapidamente il sistema rappresentazionale prevalente nel paziente consente di tarare la comunicazione.
2. Senso di fame e sazietà: leptina e grelina, pathway ormonali, accenni di neurologia e fisiologia dell’apparato gastro-enterico (asse cervello-intestino)
La fame fisiologica.
Conseguenze di un pasto incompleto o di una dieta troppo restrittiva.
Indice glicemico degli alimenti e impatto sulla fame.
3. La fame emotiva
Campanelli d’allarme della fame in eccesso: mangiare per sentirsi felici, quando si è stressati, in risposta a stati d’animo, senza controllo, mangiare oltre la sazietà, cibo come consolazione.
Campanelli d’allarme della fame in difetto: paura di determinate categorie di cibo, preoccupazione nel prendere peso, rifiuto di situazioni sociali e primi segni di isolamento.
Le cause e il ruolo della psicologia: stress, senso di vuoto, emozioni, noia, tristezza.
Le conseguenze: senso di colpa, vergogna, senso di fallimento, mancanza di controllo, circolo vizioso, rischio dipendenza da cibo, episodi isolati di abbuffata, isolamento sociale, perdita di controllo, rischio DCA.
4. Obiettivi della riabilitazione psico-nutrizionale
Correzione dello stato di salute e raggiungimento del peso ideale: malnutrizione per eccesso, per difetto, eventuali carenze di micronutrienti.
Correzione delle convinzioni psicosociali.
Normalizzazione dei comportamenti alimentari borderline e ripristino della percezione di fame/sazietà.
5. Riconoscimento: individuazione del problema e del meccanismo di innesco
Prima anamnesi generale: come individuare il problema, abitudini alimentari e loro significato simbolico.
Eventuale coesistenza di patologie: l’importanza della salute prima del peso; gestire la reazione al momento della diagnosi.
Storia clinica ed eventuali trattamenti precedenti: storia del peso.
Situazione familiare e socio-ambientale.
6. Comunicazione: l’importanza della relazione terapeutica
Dietista/Nutrizionista, figura nemica o amica?
Ruolo dell’empatia: imparare a conoscere e comunicare con il paziente, ascolto attivo e ricalco.
7. Educazione alimentare: il ruolo del professionista della nutrizione
Affrontare la problematica cognitiva relativa alla dieta: paradigmi, falsi miti, cibi “buoni” o “cattivi”, pensiero dicotomico del “tutto o nulla”.
Ruolo della diet culture e dei social media.
Il peso sulla bilancia: BMI e composizione corporea.
Sostenibilità e flessibilità del piano nutrizionale: fallimento diete ipocaloriche estreme.
Rottura dello schema dietetico “restrittivo”.
8. Strategie pratiche per la gestione della fame
Tempistiche biologiche della digestione: perché mangiare lentamente, esempi di esercizi, rispetto tempistica del pasto.
Vita sociale e occasioni di convivialità: gestire gli avanzi, dolci regalati, pasti al ristorante.
Esercizi di degustazione: rafforzare i cinque sensi (accenni di mindful eating).
Pianificazione della spesa e del proprio menù settimanale: organizzazione dei pasti.
Acquisizione di nuove abitudini.
9. Ruolo del team multidisciplinare: psicologo e nutrizionista
Comunicazione delle due figure: percorso in parallelo.
Il ruolo del medico specialista.
10. Esempi di ricette per pazienti in fase di dieta ipocalorica
Rendere la dieta gustosa anche sul piano psichico: consigli pratici.
Volume degli alimenti: senso di sazietà del piatto unico.
Comfort food sani: idee e ricette facili, gustose e intelligenti in caso di fame.
11. Discussione di Casi clinici
12. Spazio alle domande